10.6.08

L'impennata

C'era un tempo in cui dovevi essere in grado di percorrere la Via Cervi su una ruota sola. Il segreto era un mix tra equilibrio e dosaggio di acceleratore. Certo dovevi avere il mezzo adatto. Lo potevi fare con il Ciao, difficile era farlo col Garelli. Il mio che aveva le 4 marce a pedale era praticamente impossibile da sollevare, a meno di essere un vero mago dell'impennata. Spadino che aveva il Ciao, non ci riusciva, nemmeno Lupo ci riusciva. Per non parlare del Cinghialone, l'acrobazia massima fu quella sulla parabolica di Monza con inclusa derapata finale sull'asfalto. Eravamo già 5perMillers da bambini. Ora che ci penso meglio, qualcuno però c'era che impennava avanti indietro per la via. C'era Tuminchia col Ciao nero e la Sito-Eagle II, ma non era di Via Cervi. Era un forestiero di via Robecco. Poi c'era Straniero, di nome e non di fatto, col suo Garelli azzurro, marce al manubrio, sfrecciava con uno stile di guida inconfondibile, gomiti piegati, sguardo laterale di sfida. Lui faceva parte del lato selvaggio di via Cervi, il marciapiedi opposto, a dove stavamo noi. Un territorio ostico, fatto per gli adulti coi negozi, le vetrine e poco verde. Spadino viveva là, però da vero 5perMillers, si convertì ben presto al lato buono della strada.

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