26.6.09

Pierino il meccanico



Quando arrivo in officina Pierino è accovacciato sotto la primaria di un Nigh-Train, guarda fisso il motore e scuote la testa, non proferisce parola, non si muove nemmeno, scuote solo la testa pelata. Silenzio.
Accanto a lui, dritto come un palo c’è un trentenne rasato con folto baffo messicano, tiene le lunghe braccia tatuate lungo i fianchi, immobile e silenzioso come al capezzale di un moribondo.
Dopo essermi domandato “cosa cazzo c’entro io con questo mondo?”, allento il nodo della cravatta e decido di invadere lo struggente siparietto.
Ciao Pierino, ciao (al tatuato)
Minchia chi si vede. Il tatuato alza il mento di qualche millimetro, credo stia ricambiando il saluto.
Vedo che il lavoro non ti manca mai, sei in controtendenza
Ma vai a fanculo, ho passato tutto l’inverno a farmi le seghe ed ora tutti qui a rompermi i coglioni, tu che cazzo vuoi?
Ho comprato il sissy-bar, me lo monteresti gentilmente sono solo un paio di viti…
...se sono solo due viti perché non telo monti tu
Lo sai… non ho le chiavi americane
Fammi vedere che cazzo hai comprato!

Vieni…Apro il baule dell’auto e tiro fuori la bianca borsa di cellophane su cui capeggia: Tago Ricambi.
Non mi dire che l’hai comprato da quelli lì, cazzo se venivi da me te lo scontavo del 15%, la roba della DE PRETTO la vendo pure io
Veramente me lo hanno scontato del 20% e senza chiedergli nulla
Fammi vedere sta' roba, e questo che cazzo è?
E’ il portapacchino che si aggancia al sissy
Pure questo ti devo montare?
Vedi tu…
Vabbè portami la moto tra un’oretta che te la faccio…anzi domani se riesco

Corro a casa, lascio l’auto, infilo i jeans, cavalco la Sporty e torno in officina.
Stessa scena, Pierino sotto il Night e il rasato che lo guarda immobile e muto.
Po-ta-to, po-ta-to, po-ta-to, le vibrazioni del mio Evolution rompono il silenzio, Pierino mi si avvicina
Ma c’hai la borsa laterale con le cinghie?! Non va bene, devi scegliere o il sissy o la borsa, devi cambiare la borsa, ci vuole quella con la staffa che si imbullona al fender
? Ma figa, ho controllato sul sito della De Pretto mi sembrava che…
Tu conta i soldi bancario, che io faccio il mio mestiere!
Ma sei sicuro, lo “sgancio rapido” non dovrebbe nemmeno toccarla la borsa?
Ah!…mhhh, non mi ero accorto che c’è lo sgancio rapido…comunque…no, cioè... vediamo bene, forse...

Apro la confezione e spiego con istruzioni alla mano al “provetto meccanico” come agire. L’improvvisata lezioncina dura circa 10 minuti. Pierino con le due staffe nella mano sinistra e la bulloneria in quella destra mi ricorda mio nipotino alle prese con il cubo di Rubik, il tatuato intanto rapito e appassionato da cotanta diatriba ci mantiene lo schienalino pronto al mio segnale ad azionare il magico meccanismo, “bravi fratelli” siamo una grande famiglia!

25.5.09

Sempre piu Ubriachi Cinefili on the road


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Originally uploaded by Mrmagoo65

Cinefili Ubriachi on the road

30.4.09

22.4.09

la primavera nel giardino dell'avvocato




Caro Avvocato, la ruggine avanza...



8.4.09

Sei un vero Harlista?

2.3.09

Un consiglio


Caro fratello Biker, non dimentircati mai di "buttare" un occhio allo specchietto retrovisore!




27.2.09

7-10 Maggio St.Tropez...On the road again

The European Harley-Davidson party season will kick off in earnest at Golfer de St-Tropez, 7-10 May 2009 when the chic and vibrant beachfront location of Port Grimaud will host the 3rd Harley-Davidson Euro Festival.

A true adventure destination ride is next - the 18th Annual European H.O.G. Rally on 25-28 June 2009. The coastal resort of Jamaal, Latvia is the location for this year’s gathering which is the biggest event in the Harley Owners Group (H.O.G) calendar.

The historic port city of Hamburg, Germany is next on the Harley calendar. From 26-28 June 2009, the city will host up to 700,000 visitors for the sixth year at the Hamburg Harley Days festival. This particular fixture is a huge urban showcase of everything Harley-Davidson right in the middle of the city and is a must-visit destination with dealers, traders and music to suit every Harley rider and fan.

The heart of Barcelona is the setting for the next offering from Harley-Davidson - Barcelona Harley Days 17-19 July 2009. The H.O.G cavalcade will be ‘painting the city orange’ with exhibitions, demo rides, entertainment and music to suit the most jaded palette.

July sees Harley-Davidson partnering with Silverstone Race Circuit in Northamptonshire, England on 24-26 July 2009 for a new event - the Silverstone Classic. With classic cars and bikes of the past, the best of Harley-Davidson and an open-air evening concert, this promises to be a memorable new addition to the Harley calendar.

For the 12th year in succession, European Bike Week - one of the biggest and most popular biker events in Europe - will be hosted by Faaker See in Austria, turning the whole region of Carinthia into a celebration of the Harley-Davidson way of life. For six days, from 8-13 September 2009, riders from all over Europe and beyond will descend on the area, with activities, music, shows and breathtaking rides to be enjoyed by all. This year the action is expanded with a bigger-than-ever Customizer Area featuring some of the best known names in custom bike building. What’s more, the European Bike Week is completely free.

Of course, the events mentioned above are not the only activities in the Harley-Davidson calendar for 2009. There are a host of even more exotic locations and events including Dubai Bike Week (19-21 March 2009); Africa Bike Week (30 April - 3 May 2009); the famous Love Ride in Switzerland (3 May 2009) and a host of National H.O.G. Rallies in the most evocative locations throughout Italy, the Czech Republic, Norway, France, Finland, Netherlands and many more - each with a unique local ‘flavour’. In addition, riders can choose from a host of Harley-Davidson approved Touring Rides from the Loire Valley, South Africa to the Middle East.

25.2.09

Sta arrivando!


a breve su questi schermi
to be continued..
hei......................

16.1.09

Biker stagionale


....tocco il freno, rilascio dolcemente la frizione e metto in folle, accosto l'auto alla "bambina" e spengo le luci. L'odore del mio box è inconfondibile: l'essenza dominante è gomma di pneumatici mista a calce viva, olio motore e conceria per via dello sdrucito giubbottazzo di pelle appeso in bella mostra sulla grigiastra parete nord e che se solo potesse parlare non perderebbe l'occasione di apostrofarmi con un bel "sei un cazzo di biker stagionale!". Vero, non cavalco da settimane, "no excuse" direbbe il Wuber...sigh!
Il banco degli attrezzi appena riverniciato di rosso finalmente è asciutto, un po' di vernice deve essermi avanzata: disegno un otto seguito da un altro otto e poi un tre a caratteri cubitali sul retro della saracinesca così la scritta non può vedersi da fuori: 883 solo per me.

14.1.09

ho cambiato meccanico!


12.1.09

Isole




La “Maison Colonial” non fa orario continuato, chiude per la pausa pranzo; non appena punta il faro Bullet verso il noto show room Marco se ne accorge subito, le luci sono spente, il parcheggio è deserto. All’ingresso un piccolo cartello annuncia: “Informiamo la gentile clientela che il negozio osserva il seguente orario: 9,30 – 12,30 ; 16,00– 19,30 tutti i giorni della settimana escluso domenica” .
Marco rincorre Corinne con lo sguardo, mentre velocemente scavalca la Sporster per scoprire i manufatti esposti nelle grandi vetrine del piano terreno, illuminate a giorno dal pallido sole autunnale. Si avvicina per la prima volta a questo piccolo “tesoro” saltellando e ridacchiando come un bimbo al luna park, gli indici e i medi tamburellanti sui rispettivi pollici come nacchere ne accompagnano la danza: la lunga e dorata collana a disegno tribale tradisce la sua passione per l’etno-chic, e proprio per questo Marco ce l’aveva portata.
Gli occhi a mandorla di Corinne rimbalzano eccitati su ogni forma e nuance: una credenza indonesiana di tek profilata con porzioni di maiolica blu oltremare, sedie in midollino ricoperte da sete grezze indiane, secretaires in cuoio marocchino e ciliegio francese sui cui riposano lampade indiane del Deccan illuminate da pensieri lontani. Oggetti rari patinati dal tempo inesorabile e dolce come la malinconia. Marco si avvicina, le appoggia il mento nell’incavo della spalla e intreccia le mani con le sue. Sono vicini, immobili e silenziosi come isole che si incontrano alla deriva. Le persone solo isole. Accade a volte che alcune, affascinate dall’eterno movimento delle onde prendano il mare alla ricerca del “perfetto equilibrio”. Pochi sanno prendere il mare.

Peccato Cheri sia già chiuso, riapre alle quattro, sono solo le due e quaranta...
Guarda Marco, mi fa impazzire!

Corinne indica con il pollice, come farebbe un bimbo, un candelabro birmano ad una luce, il paralume è rosso mattone in vetro soffiato, il basamento in bambù invecchiato. Marco memorizza quel gesto infantile con tenerezza, presto gliene farà dono. Si frequentavano da poco eppure a Marco pareva di conoscerla da sempre. Precisamente era la seconda volta che si incontravano, dopo la presentazione di rito al vernissage organizzato dalla galleria d’arte milanese “Il Milione” per la nuova sede di Brera dove Marco affermato architetto quarantenne aveva seguito i lavori di ristrutturazione e luogo nel quale Corinne, bella e giovanissima hostess, incontro magico tra occidente ed oriente, prestava per l’occasione servizio. L’evento denominato “Balla e i Futuristi” era stato preceduto da un battage pubblicitario senza precedenti fortemente voluto dalla proprietà: l’aristocratico ebreo americano Goral Kiton, unico erede del noto impero legato ai tessuti di pregio, stravagante settantenne dal fisico esile e minuto conosciuto da Marco alcune settimane prima durante L’Harley-Faaker a Saint Tropez e che una notte aveva ritrovato al celebre “Les Caves du Roy” ubriaco fradicio e semisvenuto, quindi caricato e imbracato al sissy-bar della fidata 883 e deposto sul divano di casa sua o meglio della zia Veronica che lo ospitava, solo però dopo avergli infilato con perizia due dita in gola. Non era la prima volta che Marco si lasciava andare a lodevoli comportamenti verso il prossimo ma questa volta aveva subito riconosciuto in quel elegante signore qualcosa di speciale, qualcosa che forse pochi altri avevano notato: il suo tavolo era un andirivieni di donne, giovani e bellissime femmine. Api sul miele? Quando Goral, nel levare al cielo l’ennesimo flute di un millesimato Perrier-Joeur, prese a barcollare Marco con scatto felino l’aveva già in braccio, tutto il resto è storia.
Il pomeriggio seguente lo aveva accompagnato nella sfarzosa suite dell’hotel “Le Byblos” dove guarda caso l’americano alloggiava e Goral quella cosa non se l’era più dimenticata; affidargli il progetto della nuova galleria d’arte pareva quindi scontato.

Corinne aveva il compito di distribuire ai selezionati invitati le patinate brochures, indossava un elegante sari indiano giallo ocra, come del resto tutte le sue colleghe quella sera, la seta finemente lavorata le segnava lo splendido corpo evidenziando i piccoli seni, sfacciatamente ostentati e desiderabili come le sue labbra brillanti di gloss. Quando arriva il turno di Marco eccolo sfoderare la collaudata tecnica del “fiorettista”: affondare e sorprendere! L’affondo richiede immediatezza:

Hai gli occhi più seducenti del mondo…io sono Marco… l’architetto, e tu?
Corinne…
Mhh... il nome è francese ma il tuo viso rivela tratti orientali…sei un affascinante mistero bella Corinne…lasciami indovinare…sei l’ultima trovata di Goral, il desiderio virtuale che si materializza, tu non esisti…sei un sogno, sei il mio sogno segreto vero? Ha ha ha…
Due fessure nere incontrano due fessure nocciola, si toccano, si sfiorano, si baciano...
Fuochino…accosta le morbide labbra all’orecchio di Marco, profumo d’albicocca...
E' un segreto…
Provo a indovinare: sei una guerriera Ninja in missione segreta, eliminare tutti gli architetti di questo mondo…
Ha, ha, indovinato, Bravo! … no dai, e che mio papà faceva l’ingegnere meccanico per una multinazionale francese, una volta girava il mondo e in Indocina ha conosciuto mia madre dove io sono nata, un piccolo villaggio sul Mekong… però a sei anni ci siamo trasferiti definitivamente qui Milano…
Ora sorprendere
Curioso …Io in Indocina non sono mai stato di che profuma?
Scusa?!
Si…come dire… New York odora di scarpe nuove, Parigi di ruggine…
Di nuovo le fessure si prendono, si appiccicano, si sfasciano.
Bella questa cosa dei profumi…Mah! Che dire…ero piccina, ho solo dei lontanissimi ricordi...
Prova a socchiudere gli occhi Cheri
Corinne attorciglia con le dita una ciocca dei lunghi capelli, meravigliosamente neri e lucente come tanti Softail vivid-black al raduno stagionale.
Mhh… il Mekong profumava, profumava…profumava… di bambù!
Brava Cheri!
Bacio. Dopo i profumi giocano ai colori e Marco le confessa che conosce un luogo dove i sensi per un attimo si confondono, forse com’era una volta il Mekong, e questo posto si chiama “Maison Colonial”, poi quando Marco le prende la mano fingendo di saperci leggere solo il passato e non certo il futuro perché “mica era un mago-vero” si avvicina loro Goral che fatto perso inciampa sul vestito di Corinne schiantandosi sul bianco pavimento in resina. Il bianco era il colore dominante della sala, occasionalmente intervallato da inserti trasparenti di plexigras che Marco aveva giustificato come un omaggio allo “spazialismo” di Fontana ma che in verità gli erano stati suggeriti visitando il nuovo store di Zara ubicato peraltro a poche centinaia di metri. Di lì a poco e come in un deja-vù Marco lo aveva caricato questa volta sul Pagodino del magnate e accompagnato in hotel. Goral, in preda agli effetti allucinogeni di chissà-che-cosa, per tutto il tragitto prese a rantolare e farneticare di tempeste ciclopiche e mostri marini per poi passare a risate e pianti isterici e concludere il viaggio, o meglio il suo “trip”, imprecando “sono tutte troie e Corinne è la più troia di tutte!”.
Marco tuttavia nemmeno lo ascoltava, nella testa solo lei , era anche riuscito durante il tragitto a messaggiarle “...tu sai d’albicocca. Bacio, Marco” e solo arrivato a casa si era accorto della bustina apparsa sul suo Motorola che recitava: “E tu sai di capra! Corinne”.
Sorpreso e confuso dall’inaspettata risposta si accingeva a passare ansiosamente la notte in bianco, quando alle 2,47 del mattino era trillato il cellulare:
Pronto?
Ciao architetto sono Corinne, hai letto il mio messaggino?
Ma che ore sono? (Fingendo di essersi svegliato)…si! Ho letto la finezza…
Dai, mica ti sarai offeso vero? Però un po’ te lo meritavi… tutte quelle stupidate sugli odori...
Mi sembrava ti divertissero Cheri!…
Sii...sei stato carino, originale, ma uno come te può invitarmi a cena, quando vuole
…?
Perché hai le mani grandi, le ho viste subito, e io trovo gli uomini con le mani grandi irresistibili!
Guarda che sono protesi
Vero?! ...e le originali dove sono finite?
Sono rimaste attaccate al collo di una hostess…!
Ha!ha!ha! Che tipo…
Ma dove sei Corinne, chi c’è lì con te?
Sono in auto con le mie bbbeeeelllissime collegheee!! (coretti vari), sentile come si scatenano …, dopo il lavoro la “noche è loca!” ah, guarda che in quel posto ci voglio venire, la meson…ora ti devo lasciare. Bacio architetto…
Baci e fiori cheri.

Rieccoli davanti alla vetrina dell’elegante negozio
“L’armonia dei toni e la risonanza dei materiali formano lo charme della dimora”, Corinne legge ad alta voce la citazione racchiusa in una piccola cornice di corallo composta a mosaico.
Che bella frase… Marco non trovi?
Mah…sinceramente non saprei…
Non ti piace?
La trovo artificiosa come dire…finalizzata alla vendita, ecco! La poesia invece è fine a se stessa.
Sentilo un po’ l’intellettuale…sai fare di meglio?
E’ una sfida?
Dai su! Fammi sentire?
Lascia stare…
Dai poeta! Insiste Corinne
Marco assume un’espressione tra il serio ed il faceto. Imposta la voce e recita alla Bogart: I mobili quando riposano apprendono gli accenti del tempo sotto la carezza lieve di un raggio di sole che si perde nell’ombra…
Corinne sorride, ha il tepore nel cuore. Marco invece scoppia in una fragorosa risata indicando con l’indice un’altra cornice in corallo identica alla precedente. Corinne ne legge mentalmente il contenuto: I mobili quando riposano….
Stronzo! Mi hai fregata…
Prova a colpire Marco con un buffetto che ha la velocità di una carezza. Marco, anticipando il movimento, l’ha già placata in un abbraccio.

Andiamo via, comincia a piovere.

La camera 106 del Motel Roma sembra una stanza per camionisti. Letto, comodino, sedia. Doccia e servizi incastonati in due metri per tre. Sulla parete è montato un grande specchio senza cornice. La filodiffusione gracchia canzoni melò e non c’è modo di spegnerla. Marco e Corinne si spogliano insieme per la prima volta. Corinne gli prende le mani e le porta a stringere il seno, le gambe sode, il baricentro della sua bellezza . Toccami, gli sussurra, comprime l’imbarazzo stupore di lui con la lingua che gli schiude le labbra… Corinne sei un sogno, io non smetto di desiderarti, voglio baciarti Corinne, baciare la tua bocca per sempre, eternamente. Vorrebbe gridarle queste parole e altrettante ne prenderebbero forma se avesse la forza e il coraggio di farlo, ma è già dentro di lei, lo sguardo svuotato, dentro il petto prosciugato, come se tutto, la tensione, la concentrazione, la forza si fossero dileguate, come se il fatto d’averla trovata fosse sufficiente per vivere e amare.
Corinne spranga i grandi occhi neri e subito stacca le labbra e poi stacca le gambe e tutto il corpo perché ha avvertito in quel attimo immenso un tuffo nel sangue e un brivido nello stomaco, troppo per non rompere il silenzio
Aspetta Marco, ascoltami un attimo, c’è una cosa che ti devo dire e che forse non hai capito…
??
…insomma…fare l’amore con me costa 1000 euro e per te ha già fatto Goral!
Il suono più bello del mondo inanella parole che come sassi lapidano chi le ascolta.
Ma cosa cazzo dici ?
Perdonami Marco, ho capito tardi…ti prego…
Silenzio prima della tempesta
Sei solo una povera troia che non ha capito un cazzo vero!? Stronza, non hai capito un cazzo! …possibile… tu e quel vecchio ebreo…mi fate schifo! Ti chiamo un taxi, vattene! Vattene via subito, non voglio più vederti, vattene ho detto!!!
Ci manca solo un amen che non la prenda a schiaffi. Non la guarda, non la guarda rivestirsi in silenzio, non la guarda uscire dalla stanza, non la guarda andare via per sempre. Osserva il grande specchio a parete, dentro c’è un uomo nudo disteso su un letto enorme e sfatto, pugni chiusi , pensieri che come fratelli si dilaniano in una faida, occhi stanchi, respiro bloccato, buio.
Quando riapre gli occhi è notte fonda, la filodiffusione annuncia l’ultimo pezzo di Tonino Carotone “… è un mondo difficile, vita intensa e felicità a momenti …”. Un momento lungo tre settimane, un abbandono piacevole e sottile che è già malinconia.
Guida piano verso casa, l’aria umida è fresca sa ancora di pioggia e Marco assapora ogni piccola molecola scorrergli lungo la laringe e approdare nella risacca del proprio respiro ancora sincopato. Dai gas fratello! L’urlo rimane soffocato in gola e implode nell’anima dove stabile alberga il desiderio di colei che di lì a poco, sicuramente tradita da Goral, ritroveranno a sbarcare il lunario in qualche night club di provincia, contesa tra vecchi bavosi e giovani bulli in calore. Comunque sia, ingenui coglioni come lui non le capiteranno più di certo, l’affermato professionista in ascesa, si ripeteva tra una curva e l’altra, o magari chissà avvenente com’era, di meglio: più ricchi , più brillanti e divertenti o perfino un giovane rampollo miliardario follemente innamorato a cui donerà figlie incantevoli e che le risparmierà i capricci e perfino le mal celate scappatelle. Già, perché come udì sentenziare pochi giorni prima proprio da Mr. Kiton
“alla bellezza si perdona tutto!”.